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Il gabbiano Jonathan Livingston

Il gabbiano Jonathan Livingston
Copertina del libro

Dettagli

  • Titolo: Il gabbiano Jonathan Livingston
  • Autore: Richard Bach
  • Editore: Rizzoli
  • Traduzione: Beatrice Masini
  • Prima Edizione: Novembre 1970
  • Prezzo: € 10,00

L’autore

Richard Bach, ex pilota dell’aviazione militare americana, pilota itinerante e meccanico aeronautico, guida idrovolanti nel Nordovest degli Stati Uniti. Ha iniziato la carriera di scrittore con tre racconti di aviazione e ha scritto venti libri, tra cui Illusioni, Uno e Un ponte sull’eternità. Con Il gabbiano Jonathan Livingston ha ottenuto uno straordinario successo in tutto il mondo. I suoi libri sono tutti disponibili in BUR.

Il suo sito è www.richardbach.com

Trama

Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a composti viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo e nella bellezza un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell’infamia e l’allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l’ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità.

Un grandissimo romanzo-culto, che dopo quarant’anni dalla prima edizione conferma la sua straordinaria vitalità grazie a un nuovo finale, scritto da Bach dopo un’esperienza tra la vita e la morte. Un longseller inimitabile da riscoprire, che ci insegna a spiccare il volo e conoscere finalmente noi stessi.

Citazioni

“Non credere a ciò che ti dicono i tuoi occhi. Tutto ciò che vedono è limitato. Guarda con l’intelletto. Scopri ciò che già sai, e troverai il modo di volare.”

Con questo libro Richard Bach mi ha procurato due gioie: mi ha fatto volare e sentire giovane. Di entrambe gli sono profondamente grato.” Ray Bradbury